Il corpo della chiesa di Santa Maria a Mare danneggiato dalla guerra fu ristrutturato dal Genio Civile di Teramo; ma, nonostante la ristrutturazione, durante la pioggia, entrava acqua dal tetto, tanto che il parroco don Giuseppe insieme a don Biagio Di Benedetto, allora seminarista, e Biagio il sacrestano, erano sempre costretti a raccogliere acqua. Solo dopo molti anni, si è riusciti a risolvere il problema, facendo applicare una guaina al sottotetto; anche per questo lavoro si incontrarono tante difficoltà, che si sono risolti grazie a un impressa locale.
Nel 1963, con intervento della Curia Vescovile, fu acquistato dal sig. Federico Cananea il retro della chiesa e la sua ex abitazione distrutta dalla guerra.
Nessuno aveva denunciato i danni di guerra, per cui, quando ci si è rivolti all’ufficio competente di Teramo ci hanno risposto che i tempi erano scaduti. I diritti per la costruzione furono venduti al sig. Bruno Solipaga per un milione di lire.
Con una chiesa disadorna e con la pioggia, il vecchio parroco don Giuseppe ha vissuto la sua pastorale per tanti anni, senza perdersi mai d’animo!
Con la sola “chiesa antica” e situata in periferia, don Giuseppe si convinse che ne era necessaria una nuova, al centro del territorio della parrocchia. Erano in vendita le quote in via Simoncini, ancora campo di grani e vigneti. Tramite Antonio Paolini, fattore del sig. Augusto De Santis, don Giuseppe chiese di acquistare due quote in via Simoncini ma con pagamento dilazionato.
Al suo consenso fu firmato il contratto con il notaio Albini; a distanza di mesi furono acquistate ancora due quote parallele dal sig. De Santis. L’area acquistata era di circa 4000 metri quadrati.
A distanza di poco tempo, grazie alla provvidenza divina, si è riuscito a pagare il debito.
Dopo l’acquisto don Giuseppe invitò sul posto il Vescovo Amilcare Stanislao Battistelli per spronare i lavori per l’eventuale chiesa; il Vescovo rispose che i tempi sarebbero stati lunghi.
Nonostante la delusione della prima risposta, a distanza di qualche anno, don Giuseppe invitò il nuovo Vescovo della Diocesi, Abele Conigli, e alla proposta di una nuova chiesa dimostrò un forte entusiasmo.
Nel 1977 fu posta la prima pietra con rito religioso alla presenza di una grande folla; e poi con la ditta locale “Mastellarini Umberto e Alessandro” fu iniziata la costruzione della chiesa in una zona dove si trovavano solo vigneti su progetto dell’architetto Narciso Mariotti.
A costruzione iniziata, don Giuseppe, chiese fiducia al Vescovo di consegnarli dei fogli intestati che gli furono accordati, riuscendo ad ottenere dal Ministero interessato la somma di ottanta milioni di lire per i lavori. Così in tempo brevissimo fu completata la chiesa dedicata a S. Gabriele dell’Addolorata, consacrata il 12 Aprile 1980 dal Vescovo Abele Conigli che ha ringraziò la provvidenza che si era mostrata attraverso l’opera dei parrocchiani e attraverso l’entusiasmo attivo del parroco che “ha consumato 40 paia di scarpe per realizzare questa chiesa”, come mise in evidenza il Vescovo.
In quel tempo don Giuseppe acquistò un’area di terreno attigua alla chiesa (400 mq circa a Lire dieci milioni) per costruirci la casa parrocchiale, molto importante non solo per la parrocchia ma anche per iniziative ed attività. Una delle prime iniziative fu “la Sagra della Torta” molto apprezzata da tanti golosi, poi ne seguì la “Sagra della Vongola” con tanta soddisfazione da parte degli intenditori Giuliesi. La casa parrocchiale è stata realizzata solo con le offerte della parrocchia e tanto sacrificio.
La chiesa, spoglia di tutto, fu arredata con offerte di benefattori: la sig.ra Costanza Parere contribuì in modo particolare arredando l’Altare, il Tabernacolo, il Leggio, il Presbiterio, il Battistero ed altre cose; il tutto di marmo pregiato proveniente dal Portogallo, con tre infissi lavorati in vetro da alcune botteghe di Atri.
Tutti gli infissi sono stati offerti da famiglie della parrocchia; in ogni infisso c’è il nome dell’offerente; inoltre sempre da alcune famiglie sono stati donati i due portoni d’ingresso in noce e ben trenta panche. Tutto ciò che è contenuto nella chiesa di S. Gabriele è stato offerto da benefattori, tutti della parrocchia.
L’ultima realizzazione è stata “la Via Crucis” in cotto, veramente bella e di valore artistico, opera di un nostro parrocchiano, l’architetto Osvaldo De Fabiis, dal costo di 4 milioni di lire, offerti dalla famiglia di Virginio di Raimondo.
La bolla del Vescovo del 25 marzo 1960 e la bolla del Presidente della Repubblica